Sono nato il 17 aprile 1942 a Grizzo, frazione di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone - allora Montereale Cellina in provincia di Udine - in via Marziano Ciotti 75, proprio davanti alla torre ottagonale detta del Dominu. Allora abitavamo in una casa contadina con la lobia, le scale e il poggiolo in legno, il fogher con la rotonda, la stalla, il fienile e i marciapiedi in ciottolato. Al cortile si accedeva attraverso un arco in pietra con il portone in legno. Ormai di tutto questo non c'è più nulla dopo un restauro per niente rispettoso delle tradizioni.
I miei genitori, Pietro Comina (Piero Minighin) e Italia Fassetta, erano di Grizzo e anche i loro genitori lo erano, e così indietro nei secoli per i miei antenati. Infatti, ho trovato traccia della presenza a Grizzo delle mie due famiglie di origine già a partire dal quindicesimo secolo, più indietro non sono ancora riuscito a indagare.
Mio padre ha lavorato alla centrale elettrica di Malnisio per ben quarantatre anni, mia madre, senza grandi mezzi e comodità, ha badato alla casa e allevato quattro figli, me e le mie tre sorelle.
Nonostante gli anni difficili, ho potuto vivere la mia fanciullezza in tutta tranquillità e senza affanni, giocando con gli altri bambini e potendo anche participare agli avvenimenti del mondo dei grandi che mi stavano attorno. Fra questi, mi ricordo vivamente quando si uccideva il maiale, era un giorno di grande festa, l'unico in cui mi era concesso di stare a casa da scuola.
La mia lingua madre è stata il friulano nella sua variante di Grizzo, che ho usato in casa e fuori fino a quando ho iniziato la scuola, cosa che allora facevano tutti i bambini e oggi purtroppo non più, con qualche lodevole eccezione.